Sky, Diego Rosa: “Il Team Sky è di un altro livello”

Sono passati solo quattro mesi da quando Diego Rosa è passato in forza alla Sky, ma il piemontese si sente già in grado di fare bilanci. Il ventottenne si appresta a correre il Giro d’Italia 2017 in supporto ai capitani designati Geraint Thomas e Mikel Landa e cercherà di farsi trovare pronto per ritagliarsi un ruolo su misura nello squadrone d’oltremanica per la Corsa Rosa. L’ex Astana si è raccontato in un’intervista a tutto tondo rilasciata a Cycling Weekly, in cui riferisce delle differenze che ha rilevato nel passaggio dalla squadra kazaka a quella britannica, delle nuove sfide che si prospetta di cogliere, ma anche dei suoi primi passi con il ciclismo professionistico.

Il cuneese evidenzia l’organizzazione interna alla squadra diretta da Dave Brailsford, per la quale non trova paragoni. “Ci hanno guardato da vicino in Astana, ma il Team Sky è di un altro livello – esordisce Rosa – Non ti lasciano mai senza qualcosa, si prendono cura di ogni piccolo dettaglio, così i ciclisti possono pensare solamente a correre”. Il cambiamento che lo ha riguardato non è solo una questione di approccio alla corsa, ma riguarda anche la quotidianità. “Ad esempio, abbiamo una casa di proprietà della squadra a Monaco. Ci sono 12 di noi che vivono tra Monaco e Nizza, quindi è un bene avere un massaggiatore, un deposito e il materiale sempre disponibile. Tutto è lì, è un punto di riferimento. Ciò fa la differenza”, aggiunge.

Diego Rosa riporta anche un dialogo che dimostra la caratura organizzativa della formazione inglese. L’ex Astana, guardando la sua bici da cronometro prima di partire alla volta di Tenerife, si domandava sull’opportunità di portarla in ritiro, dal momento che con il team kazako aveva a disposizione la sola bici da prove in linea. Espresso il suo dubbio ai tecnici del team, rimane sorpreso dalla risposta di questi ultimi: “No, non è un problema, perché a Tenerife ci sono tre biciclette pronte che ti aspettano. Tra di esse, la tua bici per le prove contro il tempo”. Il nativo di Alba rivela anche di come il suo telefono scotti per le chiamate che si scambia con il direttore sportivo Dario David Cioni. L’italo-britannico è diventato il crocevia delle sue necessità: “È un nuovo mondo, devo capire chi fa cosa. Lo sapevo già in Astana, a chi chiedere attrezzature ed altro. Ora, ogni volta, devo chiamare Cioni e chiedere chi chiamare”.

L’ex biker descrive anche i suoi primi anni nel ciclismo professionistico su strada con la Androni Giocattoli – Venezuela. “E’ stata una squadra perfetta per iniziare una carriera professionale e sono felice di aver iniziato lì, perché ho avuto il mio spazio, ho corso le mie gare e non ho sentito pressione. Mi sono divertito molto in quella squadra sempre all’attacco”, fa sapere il portacolori del team Sky, che sottolinea come certe differenze siano naturalmente dovute alla disparità di budget. In conclusione, Diego Rosa si esprime su un andamento che al momento sembra caratterizzare la sua carriera agonistica: “Ogni due anni è come se avessi bisogno di cambiare. Io cerco di migliorare: la Sky mi ha offerto un posto e un’opportunità per crescere e io l’ho accettata”. Il cambiamento, secondo il piemontese, è una necessità non solo per se stesso, ma anche per il collettivo. Il ventottenne analizza come anche l’Astana “è cambiata completamente quest’anno” e che “è necessario cambiare e ciò si rivelerà utile anche per loro”, perché “consente di ottenere nuove motivazioni”.

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